In questa fase iniziale, ci dedichiamo a un’analisi approfondita dei dati socioeconomici di Amantea e dei comuni limitrofi, per comprendere le radici profonde del nostro territorio.
Il Territorio e il Sistema Locale del Lavoro (SLL)
I Sistemi Locali del Lavoro (SLL) sono molto più di una semplice definizione geografica. Sono i luoghi in cui viviamo, lavoriamo e intrecciamo le nostre relazioni quotidiane; sono il cuore pulsante delle nostre comunità.
Questi territori, identificati da Istat, raggruppano comuni vicini in base ai flussi di pendolarismo giornaliero. In altre parole, rappresentano le aree in cui le nostre vite si svolgono concretamente, tra casa e lavoro.
Comprendere i Sistemi Locali del Lavoro significa capire le dinamiche reali delle nostre comunità, per poterle rafforzare e dare forma a un futuro in cui ogni giovane possa essere protagonista.
Il SLL di Amantea include nove comuni, uniti da un legame profondo di interdipendenza quotidiana:
Aiello Calabro
Amantea
Belmonte Calabro
Cleto
Fiumefreddo Bruzio
Lago
Longobardi
San Pietro in Amantea
Serra d’Aiello
Questo sistema coincide con l’Ambito Territoriale Sociale N. 3 di Amantea, sottolineando un’identità condivisa che va oltre la semplice geografia.
Analisi del Sistema Locale di Amantea
Il nostro territorio presenta un profilo complesso, che ci chiama a riflettere e agire:
Specializzazione Produttiva: L’area non mostra una vocazione produttiva specifica, indicando la necessità di innovare e costruire una nuova identità economica.
Livello di Urbanizzazione: Manca una struttura urbana forte, che possa fungere da polo centrale per l’erogazione di servizi essenziali.
Profilo Sociodemografico: Il territorio è caratterizzato da una bassa densità abitativa, con buona parte della popolazione che risiede in aree interne. Più del 60% delle abitazioni risulta non occupato, la popolazione è anziana e il mercato del lavoro mostra segni di stagnazione. Questi dati ci spingono a immaginare un futuro che possa contrastare lo spopolamento e rivitalizzare il tessuto sociale.
Vocazione Culturale: La dotazione e la produzione culturale sono al di sotto degli standard, presentando una straordinaria opportunità per investire nella creatività e nell’espressione artistica come motori di crescita e coesione.
Stati Occupazionali Sistema Locale del Lavoro Amantea
AMBITO TERRITORIALE SOCIALE DISTRETTO 3 Amantea
Il Piano di Zona: cos’è e come funziona
Il Piano di Zona è lo strumento che guida le politiche sociali nel tuo territorio. Pensa a un progetto che unisce le forze per creare una comunità più forte e solidale. Ecco i suoi obiettivi principali:
Obiettivi
- Definire la rotta: Stabilisce le priorità e gli obiettivi per i servizi sociali, decidendo dove investire le risorse.
- Unire le forze: Mette in rete i servizi sociali e sanitari (come l’assistenza a casa, le cure mediche territoriali e il supporto economico) per creare un sistema unico e più efficace.
- Creare una squadra: Fa collaborare tutti gli attori del territorio: Comuni, ASL, cooperative, associazioni e cittadini.
- Ascoltare i bisogni: Analizza le necessità e le fragilità delle persone per orientare le scelte e creare soluzioni concrete.
- La tua voce conta: Ti coinvolge direttamente nella programmazione e nel controllo dei servizi, perché la tua opinione è fondamentale.
Come funziona?
Governance condivisa: Non è una gestione calata dall’alto, ma una collaborazione orizzontale. È un esempio di “governance”, dove tutti partecipano per raggiungere un obiettivo comune.
Durata: Il piano dura tre anni, ma viene aggiornato ogni anno per rispondere ai nuovi bisogni.
Struttura: Include l’analisi dei bisogni, la definizione degli obiettivi, il piano finanziario e le modalità per monitorare i risultati.
Responsabilità: La legge (L. 328/2000) affida ai Comuni il ruolo di guida, in collaborazione con l’ASL per tutto ciò che riguarda la salute.
PIANO STRUTTURALE IN FORMA ASSOCIATA (P.S.A.)
COMUNI DI: AMANTEA, AIELLO CALABRO, BELMONTE CALABRO, CLETO, SAN PIETRO IN AMANTEA, SERRA D’AIELLO – Approvato a fine 2023
Il Piano Strutturale Associato (PSA) è uno strumento fondamentale per guidare lo sviluppo sostenibile del nostro territorio. Rappresenta la visione condivisa per il futuro delle nostre comunità.
Cosa fa il PSA:
Protegge il territorio – Salvaguarda l’ambiente, il paesaggio e l’identità culturale che ci appartengono
Valorizza le risorse – Riconosce e tutela le ricchezze naturali e culturali del territorio, stabilendo limiti di sostenibilità
Pianifica il futuro – Definisce le linee guida per uno sviluppo equilibrato e responsabile
Coordina gli interventi – Collega i piani regionali con quelli locali, garantendo coerenza e visione d’insieme
Il PSA non decide nel dettaglio come costruire, ma stabilisce i principi fondamentali per trasformare il territorio in modo sostenibile. È la bussola che orienta ogni futuro intervento verso il bene comune.
Delegando ai piani operativi le regole specifiche, il PSA mantiene il focus sulla visione strategica:
un territorio che cresce rispettando la propria identità e le generazioni future.
A conclusione della Conferenza dei Sindaci dei Comuni Amantea, Belmonte Calabro, Aiello Calabro, Cleto, San Pietro in Amantea e Serra Aiello del 25 Marzo 2008 è stato istituito l’Ufficio Unico del Piano per la redazione del Piano Strutturale in forma Associata (PSA), avviando di fatto le attività conoscitive e progettuali finalizzate alla costruzione del nuovo Strumento. Nella stessa sede venne definito il quadro delle finalità generali e degli indirizzi progettuali di riferimento dell’attività pianificatoria formulato nell’ambito del Protocollo di Intesa per la realizzazione di un Piano Strutturale in forma Associata sottoscritto dai Comuni coinvolti. Attraverso il Protocollo d’Intesa sono stati stabiliti gli obiettivi generali e specifici del PSA, così come riassunti ai punti seguenti:
Obiettivi generali del Piano
• Promozione dello sviluppo locale mediante la tutela e la valorizzazione del paesaggio e delle risorse ambientali, naturali e antropiche;
• Miglioramento della qualità della vita e della sicurezza dei cittadini attraverso un assetto sostenibile del territorio e dell’uso del suolo;
• Armonizzazione dei piani di Protezione Civile, salvaguardia dall’inquinamento ambientale, armonizzazione dei servizi;
• Regolamentazione dello sfruttamento delle fonti energetiche alternative.
Obiettivi specifici del Piano
• Promozione e realizzazione di uno sviluppo turistico sostenibile e durevole;
• Tutela delle identità storiche-culturali e delle qualità degli insediamenti attraverso operazioni di recupero e riqualificazione;
• Tutela e valorizzazione dei centri storici, del paesaggio rurale e montano e delle aree naturalistiche;
• Salvaguardia dei suoli a uso agricolo e/o silvo-pastorale e ad elevato valore produttivo;
• Rafforzamento del sistema infrastrutturale.
L’approccio culturale e l’idea di piano
Il Piano Strutturale si configura quale strumento di prefigurazione della futura realtà: esso rappresenta un atto tecnico-amministrativo che ha lo scopo di determinare i nuovi insediamenti nelle loro configurazioni e nelle loro interrelazioni, l’eventuale nuovo significato di insediamenti preesistenti, eventuali limiti di destinazione e vincoli alle proprietà fondiarie. In altre parole, questo strumento urbanistico intende promuovere un ordine coerente ed equanime del territorio che sia anche garanzia della funzionalità del sistema democratico. La complessità di tale traguardo corrisponde alla molteplicità e alla diversità delle componenti che costruiscono il sistema territoriale urbano e che implicano:
• che le previsioni di indirizzo, di controllo e di intervento avanzate nel piano siano nella loro integralità ricondotte a una compatibilità generale, riferita all’intero sistema unitario, verificato in sè e nei suoi rapporti di coerenza con altre scale e fasi;
• che lo strumento si prospetti quale programma di riferimento costante e ineludibile per la gestione delle trasformazioni necessarie a orientare il perseguimento degli obiettivi prestabiliti dalle decisioni collettive. In tal senso, si è dimostrato essenziale definire gli elementi costitutivi della complessità territoriale e urbana:
• gli insediamenti, sedi permanenti e organiche delle funzioni urbane (residenziali, produttive, terziarie, quelle di servizio sociale dei vari settori e livelli, determinanti del sistema urbano e sulle quali organizzare le altre funzioni).
• le configurazioni, esiti dell’applicazione di matrici concettuali comuni per ciascun tipo di fattore urbano, di metodi progettuali e di interpretazioni espressive che ne determinano l’immagine e la leggibilità urbana.
• le interrelazioni, ragion d’essere delle funzioni, così come definite e garantite dalle infrastrutture di vario livello. • le destinazioni, ovvero le prescrizioni dell’uso del territorio, classificato in zone e riconducibile a specifiche normative per l’attuazione degli interventi di trasformazione, con particolare riferimento all’edificazione privata e alle rispettive quantità e categorie tipologiche.
• i vincoli, come limitazioni all’edificazione della proprietà fondiaria privata e garanzia della conservazione fisica e fruitiva dei valori testimoniali del passato e degli ambienti che li contengono – inclusa la protezione di realtà naturali o artificiali di interesse economico e sociale, la salvaguardia e il godimento del patrimonio paesistico, il mantenimento e lo sviluppo delle attività connesse all’agricoltura e il conseguente rispetto della risorsa territoriale. Il PSA è stato redatto nel pieno rispetto delle seguenti condizioni, che ne definiscono la reale efficienza:
• Il piano costituisce predeterminazione di:
– operatività del soggetto pubblico, tesa al compimento degli interventi realizzativi diretti sul territorio di propria competenza;
– coordinamento effettivo delle operazioni intraprese da altri enti pubblici che intervengono istituzionalmente sul territorio;
– controllo delle iniziative private per la realizzazione dei programmi pubblici.
• Il piano rappresenta quadro di riferimento in termini di:
– impegno conoscitivo, previsionale, attuativo, che informi con costanza e coerenza l’attività amministrativa relativa al territorio;
– manifestazione di indirizzi e strategie di governo nei confronti degli operatori che agiscono sul territorio.
Tratto dalla Relazione illustrativa
Aree a rischio idrogeologico
Le aree a rischio idrogeologico sono molto più di una semplice definizione tecnica: sono luoghi dove la natura, talvolta con la complicità involontaria dell’uomo, manifesta la sua forza in modo imprevedibile e potenzialmente distruttivo. Parliamo di frane, alluvioni e smottamenti che minacciano le nostre case, le nostre strade e, soprattutto, le nostre vite.
Questo rischio nasce dall’incontro tra la potenza dell’acqua e la fragilità del nostro territorio, un equilibrio delicato che attività come l’urbanizzazione incontrollata o la scarsa manutenzione possono spezzare. Comprendere questo fenomeno non è solo un dovere civico, ma il primo passo per proteggere attivamente le nostre comunità e per costruire insieme un futuro più sicuro per tutti.
